FERENC PINTER MILANO - 1965

Picture-Taker-lmw4WE La rivista della concessionaria di pubblità SIPRA, 1965

Un ritratto di Erminio Valenza sulla rivista della Sipra, racconta un Ferenc Pintér a quel tempo giovane rivelazione della grafica editoriale e pubblicitaria italiana.
Alla Fiera di Milano dei 1957 destò molto interesse l'enorme pannello decorativo del padiglione della Radio Marelli: su una superficie di più di ottanta metri quadrati Ferenc Pintér aveva disposto i suoi elementi con una sicura scansione di spazi, senza mai un cedimento, senza mai un angolo morto. Pochi allora conoscevano questo giovane artista che, lasciata l'anno prima l'Ungheria, si era stabilito a Miiano. Ora invece Pintér gode di una lusinghiera notorietà, e noi aggiungiamo, ben meritata. Nato ad Aiassio nel 1931, Ferenc Pintér ha studiato sotto la guida di Zoltán Tamássi e di Gyórgy Konecsni, rappresentanti eminentissimi della grafica ungherese. Terminati gli studi nel1950, incominciò immediatamente a lavorare nell'atelier di Stato,eseguendo pannelli; decorativi per i padiglioni ungheresi alle Fiere internazionali di Lipsia e Mosca. In seguito partecipò anche a mostre documentarie sullo sviluppo industriale dei suoPaese e sul Piano Quinquennale. Contemporaneamente lavorava pure per l'agenzia statale di pubblicità, occupandosi di manifesti e di pubblicità su riviste specializzate, industriali e commerciali, destinate all'estero. In quel periodo partecipò attivamente anche a ogni esposizionedei manifesto, esposizioni che vennero portate a Vienna, a Berlino, a Varsavía. I suoi lavori ebbero ovunque critiche favorevolissime, in particolar modo a Varsavia. Dopo una interruzione di ogni attività dovuta al servizio militare, fece ancora in tempo, prima di lasciare l'Ungheria, a eseguire, su una vastissima parete dei padiglione centrale della Fiera dell'agricoltura, una composizione. Questa esperienza gli servì moltissimo per il lavoro che l'anno dopo avrebbe eseguito, in Italia, alla Fiera di Milano. Nel 1958, sempre alla Fiera di Milano, ebbe l'incarico di decorare una parete dei padiglione dei Monopolio Tabacchi. Nel 1960 entrò a far parte deii'Ufficio Artistico della Mondadori dedicandosi, con molto successo, anche al campo editoriale. Ora la sua attività è divisa tra quest'ultimo settore e quello dei manifesto pubblicitario, e in ambedue trova modo di mettere invalore le sue possibilità. Picture-Taker-p8FigKPicture-Taker-zHLnOgPicture-Taker-H9RDeD Tre manifesti pubblicitari di Pintér, realizzati in Ungheria e pubblicati sul Gebrausgraphik 1956
Ci permettiamo far nostro il giudizio che di Ferenc Pintèr diede, nel numero dei settembre dei 1960, l'autorevole rivista «Gebrauchsgraphik» di Monaco di Baviera, giudizio che ci sembra particolarmente giusto: « Se ci chiedessero di rispondere a una domanda delicata - quella di sapere in che cosa Ferenc Pintérsi differenzia dagli altri artisti che usano gli stessi procedimenti di stile e si trovano davanti ai medesimi problemi - noi risponderemmo senza dubbio che si tratta dei suo infinito rispetto per la figura umana. Anche quando la sottomette a una leggera deformazione umoristica, sa esattamente i limiti da osservare per non cadere in una volgarità a buon mercato. E questa particolarità dà alle sue opere un inconfondibile carattere lirico ».E' veramente così, l'uomo è sempre al centro dell'interesse di Pintèr, e quando la macchina, o l'oggetto inanimato, per esigenze di soggetto sembra avere il sopravvento, il nostro artista trova il particolare che umanizza poeticamente la situazione: si veda per esempio il manifesto per la « Giornata dei ferroviere », dove una rosa, posta nell'interno della locomotiva, dona un tocco lirico che neutralizza l'aridità che sarebbe stata ovviain una scena dei genere. Picture-Taker-LPPqUTStudio personale per manifesto Coca Cola
Nel manifesto per la Coca-Cola l'attenzione di chi guarda è invece diretta sui due fatti più importanti dei momento: la corsa e il bisogno di bere. Le gambe e la mano dei corridore sono tanto più messe in evidenza quanto più il rimanente resta appena accennato e su un piano psicologicamente pubblicitario tutto ciò ci pare di prim'ordine. Se in un manifesto per l'Air France, Pintér, proprio per quelsuo personalissimo procedimento al quale abbiamo prima accennato, trasforma la Tour Eiffei nella gamba di una ballerina di can-can, con un effetto maliziosamente avvincente, per un manifesto teatrale, quello dell'« Edipo re », trova invece unaforza drammatica che trasforma un semplice manifesto in unaautentica opera d'arte. Nel gesto disperato di Edipo, in quel braccio teso verso l'alto, c'è veramente tutto il senso della grande Tragedia greca. Questa versatilità, questo saper afferrare il fulcro della situazione, questo saper mettere in evidenza il particolare che maggiormente farà presa su chi guarderà, ci paiono le massime doti di Ferenc Pintér, tanto più che dalle sue opere non traspare mai nulla di voluto, di sforzato, ma tutto si svolge in una sfera sensibilmente umana. Anche nel campo editoriale permangono le medesime considerazioní da fare. Le sue sopracoperte per gli «Omnibus» mondadoriani sono note a tutti: attirano l'attenzione senza maiessere banalmente vistose, e in esse ha modo di rivelarsi il lato «pittore» dei nostro artista. Picture-Taker-Sfl05cPicture-Taker-Nrlh0ZI “neri” Mondadori
Molto bella ci pare anche la pubblicità per « I Neri Mondadori », dove in una sintesi voiutamente spoglia, in uno spazio quadrato saldamente circoscritto in nero, con pochi segni, ci rende consapevoli dell'atmosfera dei libro. Non sappiamo fin dove siamo riusciti a illustrare la personalitàdi questo grafico-pittore; quello che desideriamo mettere in evidenza è il fatto che Pintér è riuscito a rimanere fedele a tradizionali valori umani, pur raggiungendo una modernissima forma di espressione e, quello che maggiormente conta, una straordinaria efficacia. Erminio Valenza